martedì 23 settembre 2014

Recensione: Y

Un ritorno al passato, solo per questa volta, credo...
Un passato nel quale, per lavoro, recensivo videogames.
Mi è stato gentilmente chiesto di fare un'eccezione alla tipologia di contenuto di questo blog e accetto volentieri. Ritorno al passato recensendo, questa volta, un libro. Non l'ho mai fatto e l'esperienza che avevo nel mondo videoludico, mentre scrivo, mi accorgo che non serve a un cazzo.

Ma detto questo... Y

sabato 16 agosto 2014

Atlas - Capitolo II

Leggi "Atlas - Capitolo I" qui.


Caro amico, la storia di Atlas finalmente continua. E serve un piccolo disclaimer che, mio malgrado, un po' spoilera, ma le regole, so' regole.
1 – Ogni riferimento a persone realmente esistite o fatti realmente accaduti è assolutamente involontario.
2 – Sono contenuti passi che potrebbero urtare la sensibilità di alcuni e/o sono riservati ad un pubblico adulto. Continuando la lettura, dichiarate di essere maggiorenni liberando gli autori da ogni responsabilità.

Kabul, 7 Luglio 2003

venerdì 16 maggio 2014

Atlas - Capitolo I

“Quant’è buono l'odore dell'erba” pensò mentre muoveva un pupazzo davanti a quegli occhioni sorridenti.
Era una mattina piovosa ma calda e l'impatto di ogni goccia aumentava quel profumo. Sedeva in veranda con suo figlio su una gamba, aspettavano la colazione. Lui dalle sue mani, il bimbo dal suo seno.
Volse lo sguardo verso l'albero, lo stesso attorno al quale molti anni prima giocava, e ricordò il tempo passato ad osservarne le radici affondare nel terreno, giorno per giorno, punto per punto, dalla più grande alla più piccola. E ricordò ancora di quanto quello studio si rivelò del tutto inutile mentre rincorreva la figlia della vicina. Piede. Radice. Profumo dell'erba. Forte dolore al ginocchio. Urla di suo padre.

sabato 3 maggio 2014

Il dilemma del Mago

Leggi il primo capitolo delle Storie qui.
Leggi il secondo capitolo delle Storie qui.

Quell’inverno era il più lungo che egli ricordasse. Gli alberi erano ancora spogli, e il vento sferzava da mesi le superfici innevate e i poveri viandanti che si affacciavano alla strada maestra, costretti ad arrancare assieme alle loro giumente. La grande pianura biancheggiante che circondava la taverna del Cavallo Mangiato pareva la rappresentazione stessa della Morte; qualunque fosse il suo volto, quella natura prigioniera e tormentata ne incarnava l’anima.
Ma ciò che lo scoraggiava, più di tutti quei tangibili segni, era il fatto che la sua proverbiale allergia primaverile non s’era ancora manifestata. Si toccò il naso, provò a titillare il palato con la lingua, senza riuscire a strappare neanche uno starnuto. Non che la cosa gli dispiacesse: l’allergia lo costringeva sempre a cattività indesiderate, a rinchiudersi in luoghi claustrofobici riparati dai raggi del sole e dai pollini. Tuttavia, quell’apparente vantaggio personale dimostrava la lontananza della bella stagione.

sabato 8 marzo 2014

Invito di Compleanno

“Io che scrivo su Facebook. Che schifo.”

Era questo l’inizio dell'invito, un invito che avrebbero dovuto leggere in pochi, con nomi e cognomi fatti. Il punto è che mi faceva talmente schifo scrivere su Facebook che alla fine mi sono detto… Sai che c’è? Non ho un cazzo da nascondere, quindi lo pubblico come racconto sul blog e chi se ne fotte! In questo caso non farò i nomi perché la privacy è la privacy e specie un paio di persone farebbero molto in fretta a querelarmi e vincere. Ma cercherò di rendere tutto abbastanza comprensibile. Se qualcuno non si sente citato e pensa di doverlo essere, detto sincero sincero, me lo venisse a dire in faccia ma gli anticipo già la risposta: “Fott’a minkia! Lasciatemi scrivere in pace.”

venerdì 3 gennaio 2014

Un treno e una pagina bianca

Aspettavo da qualche giorno questo momento. Trovarmi nella precisa condizione in cui non mi sarebbe stato possibile fare nulla se non fare tutto. Nella vita, caro amico, si è sempre impegnati, ce lo siamo detto qualche giorno fa. Scriviamo in inglese, articoli universitari firmati da altri, trattati filosofici sui massimi sistemi … dell'informatica.
Poi qualcuno ti chiede “ehi ma perché non scrivi più? Non abbandonare!” (scusa il riassunto). Non ho mai abbandonato, non credo ne sarei in grado.
Aspettavo. Aspettavo un progetto che necessitasse di internet per essere programmato e testato. Aspettavo una tratta ad alta velocità sufficientemente antiquata da non prevedere connessione WiFi. Aspettavo un'idea che sta tardando ad arrivare, ma non è importante perché quando si ha davanti una pagina bianca basta iniziare a scrivere e l'idea, forse, arriva da sola. E se tarda troppo la soluzione la offre trenitalia, garantendo un ritardo anch'essa. Grazie.
E adesso sono in questa bolla su rotaie. Separato dalle catene della realtà e libero di viaggiare. Ma dove andare? Vediamo...

Toronto.
È seduta da qualche minuto. Sola.

venerdì 13 settembre 2013

Una nuova realtà

Caro amico mio, cari lettori

innanzitutto vorrei scusarmi con voi per la lunga assenza di contenuti su questo blog. La scrittura, purtroppo, è capricciosa, va e viene quando le pare e senza chiedere il permesso. Personalmente ho avuto un periodo in cui l'attività lavorativa ha soverchiato quella creativa. Nonostante tutto, sono di nuovo qui, intenzionato a ridare linfa a questo piccolo blog che spero continuiate a seguire. Anzi, sono tornato con una buona notizia. Ma lasciate che vi racconti tutto dall'inizio.

Lo scorso Maggio, in piena carestia di idee narrative, mi sono accorto che avevo un disperato bisogno di leggere qualcosa. Di leggere qualcosa di nuovo, insolito. Quel genere di roba che non si trova ovunque, che bisogna cercare con attenzione. Così sono finito sul sito di una casa editrice leccese, "I sognatori". Una piccola casa editrice con un interessantissimo catalogo di autori esordienti. E ho trovato due sorprese.

La prima la potete condividere qui. Si tratta di un corposo e gratuito pamphlet che analizza il mondo dell'editoria visto dagli occhi delle piccole case editrici. Leggendolo mi sono divertito un sacco. Sia perché vi sono narrate, con ironia perizia e freddezza, le illogicità compiute dagli aspiranti scrittori che si rivolgono ad un editore (in alcune delle quali mi ci sono anche riconosciuto), sia perché sono descritte alcune paradossali dinamiche del mondo editoriale che ignoravo. Se siete appassionati lettori vi raccomando caldamente di leggerlo, perché ne uscirete ancor più appassionati. Quella lettura mi ha immediatamente trasformato in un tizzone ardente: i difetti del lettore/scrittore in cui mi sono specchiato hanno iniziato a bruciare, come fa l'orgoglio quando qualcuno ti sbatte in faccia le tue stesse debolezze; invece, le idee e i valori che da lettore/scrittore vorrei che si realizzassero e rinforzassero, hanno cominciato a bruciare per la carica vitale che hanno assunto, come in un grandioso big bang. Per farla moooolto breve: leggere dell'esistenza (ancora oggi) di editori che pubblicano dietro contributo, di piccole case editrici che stentano ad affermarsi nonostante la qualità dei loro prodotti, di un'Italia in cui il lettore definito "forte" legge una misera manciata di libri all'anno... beh, ti mette addosso una voglia matta di negare, una smania di dire "no, diamine, non può essere così". E ti chiedi "Io cosa posso fare?". La risposta è semplice. Il mondo dell'editoria lo possono cambiare i protagonisti, cioè i lettori e gli editori. I lettori dovrebbero ampliare le proprie fonti di lettura, dare una possibilità alle piccole case editrici che poi, in realtà, sono le uniche ad investire veramente sui nuovi autori. Gli editori, dal canto loro, dovrebbero forse rivedere il modo di essere imprenditori (per quanto mi riguarda un editore a pagamento NON è un imprenditore ma un avido accattone) e testare nuove strade, nuovi paradigmi. Occorre una rivoluzione nel mondo dell'editoria italiana, se vogliamo che la qualità sia il vero parametro di successo e che gli scrittori italiani non si estinguano.

E qui si colloca l'altra sorpresa. Proprio sul sito de "I sognatori" c'era l'annuncio della creazione di una nuova esperienza editoriale: una factory editoriale. Cosa sia la factory lo spiega sinteticamente l'editore de "I sognatori", Aldo Moscatelli:


Factory editoriale. Semplificando, un incrocio tra una casa editrice, una scuola di scrittura, un’associazione di autori (aspiranti, esordienti, pluri-pubblicati) col vizio della lettura, un’agorà… e una specie di banca del tempo.


All'uopo si cercavano 100 aspiranti scrittori che rispondessero a precisi canoni caratteriali (l'umiltà spicca su tutti) e scrittori (la selezione si è basata sul materiale narrativo inviato), e che volessero far parte di questo grande gruppo collaborativo, avente l'obiettivo della crescita comune sul piano letterario e della pubblicazione di libri di qualità. Ebbene... sono dentro!! E ho conosciuto una ambiente che già ribolle di energia!

Se vi interessa, se volete sapere come si svilupperà la factory, quali libri pubblicheremo, dove e quando li presenteremo, quali iniziative metteremo in campo per far sentire la nostra voce, potete iscrivervi alla mailing list mandando una mail a info@casadeisognatori.com e dicendo all'editore Aldo Moscatelli, in maniera chiara e diretta, che lo contattate per chiedere di essere iscritti alla sua mailing list in modo da essere tempestivamente aggiornati sulle mosse compiute dalla factory.

L'avventura sta per cominciare! Siete con noi???
A presto,






martedì 26 marzo 2013

Dai Posteri [Parte Terza]

leggi la parte prima
leggi la parte seconda

<<Hai visto cosa hai combinato?>> sbottò John, guardando Zhang in cagnesco. I suoi occhi, castani, un po’ allungati, lasciavano trapelare la rabbia del giovane. Zhang, dal canto suo, era sicuro che il compagno avrebbe presto pronunciato la magica frase.
<<Te lo avevo detto!>> incalzò l’altro, mentre picchiava con la mano il povero tavolo sospeso al centro della stanza.
<<Come potevo sapere?>> si giustificò Zhang, <<come potevo immaginare che il mostrare a quel giovane la vacuità dell’essere ricchi senza motivo lo avrebbe spinto ad abbandonare le sue fatiche, per darsi in mano proprio al mostro da cui volevamo farlo scappare?>>.

mercoledì 13 marzo 2013

Resoconto di un anno


Ci sono momenti in cui non so che scrivere. Ho un’idea ma non la so esprimere. Non so da dove iniziare, men che meno come continuare. Soprattutto non so cosa i miei lettori potranno trarne, se il mio messaggio verrà interpretato così come all’origine pensato o storpiato o peggio, stuprato. Se ne leggono tante di notizie in cui qualcuno scrive qualcosa e finisce marchiato a vita sebbene intendesse dire ben altro. Forse non so scrivere, forse non sai leggere. O forse è semplicemente impossibile concretizzare idee.

lunedì 4 febbraio 2013

Kurab Niul - Prologo



La pioggia batteva forte sul villaggio ancora in fiamme. Un nutrito gruppo di soldati lo aveva saccheggiato ancora una volta. Non c’erano state neppure vittime, solo qualche casa incendiata, per incutere un po’ di sano terrore e disperazione. Dopotutto chi poteva opporsi? Nessun guerriero è poi così spavaldo una volta giunto al fronte e quei pochi che ci provarono erano morti tre o quattro assalti fa. A quella legione, come alle precedenti, faceva comodo lasciare tutti in vita, lasciare che coltivassero, nutrissero le loro bestie, andassero a pesca e tagliassero legna. Lasciare che producessero. Tanto che importava? erano circondati in quella piccola penisola, la battaglia si era spinta verso nord lasciandoli in quello che ormai era pieno territorio nemico. Dove sarebbero potuti scappare? il primo avamposto alleato non era distante ma a separarli da esso c’era il fronte. Attraversarlo? impossibile. L’alternativa era, dunque, sopravvivere, sopportare. Tagliare un po’ di legna per ricostruire, nascondere cibo per resistere a quelle magre imposte. Sperare. E non perché la speranza fosse l’ultima a morire, ma semplicemente perché non c’era poi molto altro da fare.

martedì 22 gennaio 2013

Dai posteri [Parte Seconda]


leggi la parte prima

L’energia della pietra sembrò concedermi una pausa. Potei riaprire gli occhi per un attimo. Scorsi il caminetto. Avevo addosso un vortice di sensazioni differenti, dall’angoscia alla disillusione, dal ribrezzo alla nostalgia, dalla decisione all’indecisione. Provai ad alzarmi (come ero finito steso a terra?) ma riuscii a fatica. Quelle sensazioni si riappropriarono del mio corpo e del mio animo, lo intasarono provocandomi un’intensa nausea. Quasi mi venne da vomitare, quando un’improvvisa calma spazzò via tutto. Una piccola brezza toccò la mia pelle, che si rilassò sotto la carezza d’aria. Gli occhi iniziarono a bruciarmi di nuovo e li chiusi, e subito furono accecati dal sole. Mi sembrò di cadere di schiena sul pavimento.