sabato 8 marzo 2014

Invito di Compleanno

“Io che scrivo su Facebook. Che schifo.”

Era questo l’inizio dell'invito, un invito che avrebbero dovuto leggere in pochi, con nomi e cognomi fatti. Il punto è che mi faceva talmente schifo scrivere su Facebook che alla fine mi sono detto… Sai che c’è? Non ho un cazzo da nascondere, quindi lo pubblico come racconto sul blog e chi se ne fotte! In questo caso non farò i nomi perché la privacy è la privacy e specie un paio di persone farebbero molto in fretta a querelarmi e vincere. Ma cercherò di rendere tutto abbastanza comprensibile. Se qualcuno non si sente citato e pensa di doverlo essere, detto sincero sincero, me lo venisse a dire in faccia ma gli anticipo già la risposta: “Fott’a minkia! Lasciatemi scrivere in pace.”

Boccata d’aria… Ed Eolo oggi si sta impegnando.

Sabato 15/03/2014 farò 27 anni. Non sono bravo con le parole. E questo è un invito alla mia festa ma non quello finale e non a quella che, alla fine, sarà la mia festa.

Voglio solo scrivere, e credo che in questo un minimo me la cavo ancora, due o tre cose (Sì, è alla lunga).

Qualcuno sa che non ho voglia di festeggiare, e parte di quel qualcuno sa che sono sincero quando dico che 27 anni li sento stranamente più importanti del solito. Può essere un apparente controsenso.

Segue l’elenco, in particular order but not ascendant nor descendant (quanto sono bastardo!), di coloro che invito ufficialmente. Molti so già che non potranno esserci e alcuni neppure ne sentiranno il dovere.

Un gruppo. Un gruppo formato da persone piene di pregi e piene di difetti. Qualcuno con più pregi, qualcun altro con più difetti. Un gruppo con cui ho passato una marea di tempo, che mi ha sollevato il morale non so bene quante volte e che mi ha visto sollevare il boccale più volte ancora. Una sollevata di boccale. Con alcuni ci vediamo un po’ più spesso ed è sempre un’impresa, con altri ci vediamo molto meno ed è fin troppo facile. Con tutti è come se ci vedessimo ogni giorno. Un’altra sollevata di boccale.

Una ragazza. Una ragazza per la quale non ho mai scritto niente, alla quale non mi sono mai ispirato e che ho sempre cercato di proteggere dalle mie parole. Perché? Non lo so, ma continuo a farlo e questa sarà l’unica, o forse una delle poche eccezioni. Una ragazza di cui non riesco a stancarmi di vedere le gambe ciondolare.

Due compagni. Due compagni conosciuti su un sentiero pericoloso, stancante più di quanti possano immaginare o non vogliano ammettere e con i quali ho percorso un lungo, forse troppo lungo, tratto. Uno si sarà già rotto le palle di aver letto fino a questo punto, l’altro… l’altro no, l’altro legge. E so già che se leggeranno prima del mio effettivo compleanno gli avrò messi in crisi, specie uno, perché so che vogliono esserci entrambi.

Una donna. Una donna con la quale ho fatto un lungo viaggio. Ma viaggio, viaggio! e proprio in quei chilometri, forse, sono riuscito a farle capire di che pasta sono fatto e ho contemporaneamente capito che sì, è proprio testarda, permalosa, diffidente e poco malleabile! e merita un bel po’ di rispetto. Sono i momenti a fare la storia, non gli anni. (Come sono andato con la privacy? Niente querele spero!)

Un’altra donna. Togliamoci il dente della querela. Una donna che mi ha cambiato molto e a cui devo altrettanto, alla quale di tanto in tanto penso e che, come direbbe un altro invitato, è indimenticabile per quanto devastante (ho rielaborato, ma il senso è quello… credo).

Un collega. Collega di che? boh! devo ancora capirlo. Ma giuro che questa, pubblica, sarà l'ultima volta che lo piglio per il culo (su questa cosa, anche perché un anno è passato). Un collega col quale condivido pasti, incluso le linguine cozze e vongole assolutamente tipiche ed esclusive delle sue parti, parole discorsi e schede video, e che massacro costantemente col forte rumore di una certa ventola. Notte, soprattutto, inclusa.

Un fratello, e non credo ci possa essere mistero su chi sia e per il quale non spenderò parole, perché neppure quelle ci sono. Un fratello che da un paio d’anni ha allargato la famiglia ad una, uhm, coinquilina? vabbé… una coinquilina abituata a portare i pantaloni. Per fortuna che abbiamo due taglie diverse anche se a volte puntiamo comunque gli stessi modelli (io sempre versione maschile, sia chiaro!).


A tutti dico grazie. A tutti dico che siete invitati. A tutti dico che non voglio festeggiare semplicemente perché ho una paura fottuta di crescere.

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