“Io che scrivo su Facebook. Che
schifo.”
Era questo l’inizio dell'invito, un invito che avrebbero dovuto leggere in pochi, con nomi e cognomi
fatti. Il punto è che mi faceva talmente schifo scrivere su Facebook che alla
fine mi sono detto… Sai che c’è? Non ho un cazzo da nascondere, quindi lo
pubblico come racconto sul blog e chi se ne fotte! In questo caso non farò i nomi perché
la privacy è la privacy e specie un paio di persone farebbero molto in fretta a
querelarmi e vincere. Ma cercherò di rendere tutto abbastanza comprensibile. Se
qualcuno non si sente citato e pensa di doverlo essere, detto sincero sincero,
me lo venisse a dire in faccia ma gli anticipo già la risposta: “Fott’a minkia!
Lasciatemi scrivere in pace.”
Boccata d’aria… Ed Eolo oggi si
sta impegnando.
Sabato 15/03/2014 farò 27 anni.
Non sono bravo con le parole. E questo è un invito alla mia festa ma non quello
finale e non a quella che, alla fine, sarà la mia festa.
Voglio solo scrivere, e credo che
in questo un minimo me la cavo ancora, due o tre cose (Sì, è alla lunga).
Qualcuno sa che non ho voglia di
festeggiare, e parte di quel qualcuno sa che sono sincero quando dico che 27
anni li sento stranamente più importanti del solito. Può essere un apparente
controsenso.
Segue l’elenco, in particular
order but not ascendant nor descendant (quanto sono bastardo!), di coloro che
invito ufficialmente. Molti so già che non potranno esserci e alcuni neppure ne sentiranno il dovere.
Un gruppo. Un gruppo formato da
persone piene di pregi e piene di difetti. Qualcuno con più pregi, qualcun
altro con più difetti. Un gruppo con cui ho passato una marea di tempo, che mi
ha sollevato il morale non so bene quante volte e che mi ha visto sollevare il
boccale più volte ancora. Una sollevata di boccale. Con alcuni ci vediamo un po’
più spesso ed è sempre un’impresa, con altri ci vediamo molto meno ed è fin
troppo facile. Con tutti è come se ci vedessimo ogni giorno. Un’altra sollevata
di boccale.
Una ragazza. Una ragazza per la
quale non ho mai scritto niente, alla quale non mi sono mai ispirato e che ho
sempre cercato di proteggere dalle mie parole. Perché? Non lo so, ma continuo a
farlo e questa sarà l’unica, o forse una delle poche eccezioni. Una ragazza di
cui non riesco a stancarmi di vedere le gambe ciondolare.
Due compagni. Due compagni
conosciuti su un sentiero pericoloso, stancante più di quanti possano
immaginare o non vogliano ammettere e con i quali ho percorso un lungo, forse
troppo lungo, tratto. Uno si sarà già rotto le palle di aver letto fino a
questo punto, l’altro… l’altro no, l’altro legge. E so già che se leggeranno
prima del mio effettivo compleanno gli avrò messi in crisi, specie uno, perché
so che vogliono esserci entrambi.
Una donna. Una donna con la quale
ho fatto un lungo viaggio. Ma viaggio, viaggio! e proprio in quei chilometri,
forse, sono riuscito a farle capire di che pasta sono fatto e ho
contemporaneamente capito che sì, è proprio testarda, permalosa, diffidente e
poco malleabile! e merita un bel po’ di rispetto. Sono i momenti a fare la
storia, non gli anni. (Come sono andato con la privacy? Niente querele spero!)
Un’altra donna. Togliamoci il
dente della querela. Una donna che mi ha cambiato molto e a cui devo
altrettanto, alla quale di tanto in tanto penso e che, come direbbe un altro
invitato, è indimenticabile per quanto devastante (ho rielaborato, ma il senso
è quello… credo).
Un collega. Collega di che? boh! devo ancora capirlo. Ma giuro che questa, pubblica, sarà l'ultima volta che lo piglio per il culo (su questa cosa, anche perché un anno è passato). Un collega col quale condivido pasti, incluso le linguine cozze e vongole assolutamente tipiche ed esclusive delle sue parti, parole discorsi e schede video, e che massacro costantemente col forte rumore di una certa ventola. Notte, soprattutto, inclusa.
Un fratello, e non credo ci possa essere mistero su
chi sia e per il quale non spenderò parole, perché neppure quelle ci sono. Un fratello che da un paio d’anni ha allargato la famiglia ad una,
uhm, coinquilina? vabbé… una coinquilina abituata a portare i pantaloni. Per
fortuna che abbiamo due taglie diverse anche se a volte puntiamo comunque gli
stessi modelli (io sempre versione maschile, sia chiaro!).
A tutti dico grazie. A tutti dico
che siete invitati. A tutti dico che non voglio festeggiare semplicemente
perché ho una paura fottuta di crescere.
Nessun commento:
Posta un commento