Caro amico ti scrivo…
Come va? È un po’ che non ci si
sente e soprattutto non (ci) si scrive.
È dura farlo in questo periodo,
la fantasia necessaria ad accatastare lettere l’una accanto all'altra si spreca
in congetture secondo le quali, dato il presente, passato e futuro sono
indipendenti. L’italiano, nostra lingua con orgoglio, è soggiogato alla
supremazia di una lingua straniera che, per quanto utile, necessaria e persino
bella, non è nostra. Il tempo sembra sempre meno relativo e palpabile, scivola
talmente in fretta che non ci si può neppure chiedere: “quanto tempo ho?” perché
si perde tempo ad interrogarsi del tempo e si finisce per non avere il tempo
necessario a fare le cose in tempo. Dopo questa mi scolo una birra, ho mal di
testa. Torno subito...
...dicevo... il progetto è una gran bella
cosa e non lo citerò più se non per dire che: vedi sopra.
Pensavo, però, che le passioni
vanno coltivate altrimenti non siamo poi così diversi da un sistema dedicato,
messo lì a fare sempre le stesse operazioni, con l’unica differenza che lui è
costante nella performance, noi un po’ meno. E allora continuavo a pensare e mi
son detto: “ci dovrà pur essere un modo! Le idee ci sono, come realizzarle!?” e
una possibile risposta credo sia questa qua: scrivere.
E tu mi dirai: “grazie al …, (davo
di merluzzo!) non hai fatto altro che dire che non ci si riesce!”. Vero. Però
dipende da cosa si scrive. C’è stato un tempo in cui siamo riusciti a scrivere
un romanzo, ne abbiamo iniziati altri e abbiamo scritto fiumi di pagine fino a
quando la realtà non ci interrompeva per riportarci dal mondo del nero sul
bianco al mondo del… al mondo.
Ma mi son messo di impegno e ho
cercato il limite di romanzo per tempo che tende a zero e il risultato, a meno
di errori, sembrerebbe finito: racconto. Ne abbiamo scritti tanti in passato,
un po’ per diletto, un po’ per allenamento prima di tentare il salto (di
qualità?). Che dici di ricominciare? Insieme, magari? Raccogliendoli da subito
per di più?
Così. Un po’ per diletto, un po’
per allenamento prima di tentare il salto magari. Un po’... così... per distrarsi
un po’?
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