venerdì 3 gennaio 2014

Un treno e una pagina bianca

Aspettavo da qualche giorno questo momento. Trovarmi nella precisa condizione in cui non mi sarebbe stato possibile fare nulla se non fare tutto. Nella vita, caro amico, si è sempre impegnati, ce lo siamo detto qualche giorno fa. Scriviamo in inglese, articoli universitari firmati da altri, trattati filosofici sui massimi sistemi … dell'informatica.
Poi qualcuno ti chiede “ehi ma perché non scrivi più? Non abbandonare!” (scusa il riassunto). Non ho mai abbandonato, non credo ne sarei in grado.
Aspettavo. Aspettavo un progetto che necessitasse di internet per essere programmato e testato. Aspettavo una tratta ad alta velocità sufficientemente antiquata da non prevedere connessione WiFi. Aspettavo un'idea che sta tardando ad arrivare, ma non è importante perché quando si ha davanti una pagina bianca basta iniziare a scrivere e l'idea, forse, arriva da sola. E se tarda troppo la soluzione la offre trenitalia, garantendo un ritardo anch'essa. Grazie.
E adesso sono in questa bolla su rotaie. Separato dalle catene della realtà e libero di viaggiare. Ma dove andare? Vediamo...

Toronto.
È seduta da qualche minuto. Sola.